EPITAPH 2048 è un’installazione interattiva e una live performance che si interroga sul destino dei nostri dati dopo la morte, e che invita il pubblico a confrontarsi con un ipotetico strumento di IA avanzata in grado di decidere sulla loro conservazione o cancellazione.
Attraverso il linguaggio dei nuovi media, l’interattività e la forza evocativa della performance dal vivo, l’opera ci pone una domanda profonda e attuale: cosa resterà di noi, se sarà la tecnologia a prendere decisioni al nostro posto?
Il tempo che resta è un documentario immersivo 360 che interroga il nostro rapporto con il lascito e la dignità della memoria nell’era delle intelligenze artificiali.
Quando il tempo sta per finire, che memoria decidiamo che ci rappresenti veramente? come e a chi decidiamo di lasciarla?
EPITAPH 2048 è un’installazione interattiva e una live performance che si interroga sul destino dei nostri dati dopo la morte, e che invita il pubblico a confrontarsi con un ipotetico strumento di IA avanzata in grado di decidere sulla loro conservazione o cancellazione.
Attraverso il linguaggio dei nuovi media, l’interattività e la forza evocativa della performance dal vivo, l’opera ci pone una domanda profonda e attuale: cosa resterà di noi, se sarà la tecnologia a prendere decisioni al nostro posto?
Il tempo che resta è un documentario immersivo 360 che interroga il nostro rapporto con il lascito e la dignità della memoria nell’era delle intelligenze artificiali.
Quando il tempo sta per finire, che memoria decidiamo che ci rappresenti veramente? come e a chi decidiamo di lasciarla?
Testo di Benedetta Pigoni Regia di Martina Ponzinibio
In un carcere, due giovani detenuti si immergono in una lunga partita del celebre gioco di ruolo Dungeons & Dragons. Sessione dopo sessione, il gioco si trasforma in un rituale psicomagico in cui realtà e fantasia si intrecciano. Attraverso i loro personaggi immaginari, i ragazzi elaborano traumi, colpe e desideri, trovando una via per evadere simbolicamente e conoscersi nel profondo.
Testo di Veronica Negrini Regia di Alessio Boccuni
Attraverso i ritmi alienanti della cucina del ristorante il testo esplora il valore della creazione come esperienza collettiva, lasciando emergere il confronto tra pratica artigianale e processi di creazione in collaborazione con l'altro, umano o no. L’intervento scenico sceglie la strada dell’autorialità e accompagna il ristorante nel suo percorso che dal solco della tradizione si misura con le tensioni del presente.
EPITAPH 2048 è un’installazione interattiva e una live performance che si interroga sul destino dei nostri dati dopo la morte, e che invita il pubblico a confrontarsi con un ipotetico strumento di IA avanzata in grado di decidere sulla loro conservazione o cancellazione.
Attraverso il linguaggio dei nuovi media, l’interattività e la forza evocativa della performance dal vivo, l’opera ci pone una domanda profonda e attuale: cosa resterà di noi, se sarà la tecnologia a prendere decisioni al nostro posto?
Il tempo che resta è un documentario immersivo 360 che interroga il nostro rapporto con il lascito e la dignità della memoria nell’era delle intelligenze artificiali.
Quando il tempo sta per finire, che memoria decidiamo che ci rappresenti veramente? come e a chi decidiamo di lasciarla?
Testo di Benedetta Pigoni Regia di Martina Ponzinibio
In un carcere, due giovani detenuti si immergono in una lunga partita del celebre gioco di ruolo Dungeons & Dragons. Sessione dopo sessione, il gioco si trasforma in un rituale psicomagico in cui realtà e fantasia si intrecciano. Attraverso i loro personaggi immaginari, i ragazzi elaborano traumi, colpe e desideri, trovando una via per evadere simbolicamente e conoscersi nel profondo.
Testo di Veronica Negrini Regia di Alessio Boccuni
Attraverso i ritmi alienanti della cucina del ristorante il testo esplora il valore della creazione come esperienza collettiva, lasciando emergere il confronto tra pratica artigianale e processi di creazione in collaborazione con l'altro, umano o no. L’intervento scenico sceglie la strada dell’autorialità e accompagna il ristorante nel suo percorso che dal solco della tradizione si misura con le tensioni del presente.
EPITAPH 2048 è un’installazione interattiva e una live performance che si interroga sul destino dei nostri dati dopo la morte, e che invita il pubblico a confrontarsi con un ipotetico strumento di IA avanzata in grado di decidere sulla loro conservazione o cancellazione.
Attraverso il linguaggio dei nuovi media, l’interattività e la forza evocativa della performance dal vivo, l’opera ci pone una domanda profonda e attuale: cosa resterà di noi, se sarà la tecnologia a prendere decisioni al nostro posto?
Il tempo che resta è un documentario immersivo 360 che interroga il nostro rapporto con il lascito e la dignità della memoria nell’era delle intelligenze artificiali.
Quando il tempo sta per finire, che memoria decidiamo che ci rappresenti veramente? come e a chi decidiamo di lasciarla?
Civica Scuola
Interpreti e Traduttori
Altiero Spinelli
Poetry slam è una serata di poetry slam che mette al centro la parola come atto performativo, linguaggio in movimento, spazio d’incontro tra voci, segni e corpi. Condotto da Paolo Agrati, poeta, speaker e vicepresidente della Lega Italiana Poetry Slam (LIPS), e da Davide Passoni, coordinatore lombardo della lega, l’appuntamento riunisce alcune delle voci più originali della scena italiana, tra cui un campione nazionale di poetry slam e un campione di poesia improvvisata.
Poetry slam, realizzata in collaborazione con SLAM Factory, sarà un susseguirsi di performance che orbitano intorno al tema della lingua e della comunicazione. In scena, Emanuele Ingrosso, campione nazionale italiano, Chiara Biasotti, giovane "nuova promessa”, insieme ad Antonio Amadeus Pinnetti, campione nazionale e diplomato della Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi, e alla slammer e interprete LIS Eugenia Giancaspro che porterà una poesia accessibile e potente, in cui l’espressività della Lingua Italiana dei Segni si intreccia alla parola detta, rendendo l’evento inclusivo anche per le persone con sordità e aprendo nuove possibilità di scambio tra linguaggi.
Civica Scuola
Interpreti e Traduttori
Altiero Spinelli
Ascoltare le Immagini è un incontro dedicato all’audiodescrizione, uno strumento fondamentale per rendere accessibili opere audiovisive a persone ipovedenti o cieche. Guidato da Laura Giordani - adattatrice di dialoghi, audiodescrittrice professionista e pioniera dell’AD collaborativa - l’appuntamento approfondisce una pratica che unisce competenze linguistiche, sensibilità narrativa e conoscenza del linguaggio visivo.
Attraverso esempi concreti tratti dal Corso Executive in Audiodescrizione realizzato dalla Civica Scuola Interpreti e Traduttori Altiero Spinelli con il sostegno di Netflix, il pubblico potrà scoprire come si scrive e si collauda un’audiodescrizione, come si selezionano le immagini da restituire in parole, e come si costruisce un testo in grado di rendere visibile l’invisibile.
Un’occasione per riflettere sul ruolo delle parole nella mediazione culturale e sulla potenza dell’ascolto come forma di accesso alla visione.
EPITAPH 2048 è un’installazione interattiva e una live performance che si interroga sul destino dei nostri dati dopo la morte, e che invita il pubblico a confrontarsi con un ipotetico strumento di IA avanzata in grado di decidere sulla loro conservazione o cancellazione.
Attraverso il linguaggio dei nuovi media, l’interattività e la forza evocativa della performance dal vivo, l’opera ci pone una domanda profonda e attuale: cosa resterà di noi, se sarà la tecnologia a prendere decisioni al nostro posto?
Il tempo che resta è un documentario immersivo 360 che interroga il nostro rapporto con il lascito e la dignità della memoria nell’era delle intelligenze artificiali.
Quando il tempo sta per finire, che memoria decidiamo che ci rappresenti veramente? come e a chi decidiamo di lasciarla?
Un viaggio nei territori complessi della salute mentale, tra pubblico e privato, tra ciò che si mostra e ciò che si nasconde. Attraverso un impianto scenico che mette in dialogo il "dentro" che ci abita e il "fuori" che abitiamo quotidianamente, lo spettacolo dà corpo a un'intimità fragile, disfunzionale ma pulsante, che cerca uno spazio di ascolto nel mondo.
Testo di Leonardo Ceccanti Regia di Riccardo Iellen
Tra nuove consapevolezze e addii inevitabili, il testo affronta il tema del ritorno nei luoghi in cui siamo cresciuti e dei cambiamenti che sono avvenuti durante la nostra assenza. Lo spettacolo è ambientato in una scena vuota. La scatola nera diventa spazio evocativo, popolato da oggetti e corpi che creano immagini fluttuanti, come onde di un mare che trasporta memorie, nostalgie e paesaggi dell’anima.
Un viaggio nei territori complessi della salute mentale, tra pubblico e privato, tra ciò che si mostra e ciò che si nasconde. Attraverso un impianto scenico che mette in dialogo il "dentro" che ci abita e il "fuori" che abitiamo quotidianamente, lo spettacolo dà corpo a un'intimità fragile, disfunzionale ma pulsante, che cerca uno spazio di ascolto nel mondo.
Testo di Leonardo Ceccanti Regia di Riccardo Iellen
Tra nuove consapevolezze e addii inevitabili, il testo affronta il tema del ritorno nei luoghi in cui siamo cresciuti e dei cambiamenti che sono avvenuti durante la nostra assenza. Lo spettacolo è ambientato in una scena vuota. La scatola nera diventa spazio evocativo, popolato da oggetti e corpi che creano immagini fluttuanti, come onde di un mare che trasporta memorie, nostalgie e paesaggi dell’anima.
1a parte: Arie d'opera e da camera Loris Peverada, pianoforte. 2a parte: CEMCentro di Educazione Musica della Civica Scuola di Musica Claudio Abbado G. Rossini, Estratti da Petite Messe Solennelle.
Un racconto intimo che si interroga sul disagio collettivo dell’isolamento forzato e sui segni che ha lasciato in noi. Nella Parigi sospesa del secondo lockdown 2020, tre amici devono separarsi: la solitudine risveglia desideri e paure che incrinano il loro legame. Lo spettacolo pone lo sguardo sul potere della narrazione: che ruolo ha il racconto che viene fatto della realtà nella costruzione del sé e di una comunità? Quali le sue conseguenze?
Il testo racconta sette capitoli della vita di tre ragazze di provincia, che crescono confrontandosi con i grandi eventi della Storia. Fuori, il mondo diventa sempre più difficile da decifrare; dentro, nella piccola stanza da cui osservano ciò che accade, si riesce ancora a trovare la forza di ballare nei buchi neri. La messa in scena esplora il legame profondo tra la vita umana e la catastrofe. Cosa significa diventare grandi in un luogo dove l’aria è appestata dalla morte? Cos’è davvero una catastrofe? E come si può restare a galla in un mare di disinformazione?
Un racconto intimo che si interroga sul disagio collettivo dell’isolamento forzato e sui segni che ha lasciato in noi. Nella Parigi sospesa del secondo lockdown 2020, tre amici devono separarsi: la solitudine risveglia desideri e paure che incrinano il loro legame. Lo spettacolo pone lo sguardo sul potere della narrazione: che ruolo ha il racconto che viene fatto della realtà nella costruzione del sé e di una comunità? Quali le sue conseguenze?
Il testo racconta sette capitoli della vita di tre ragazze di provincia, che crescono confrontandosi con i grandi eventi della Storia. Fuori, il mondo diventa sempre più difficile da decifrare; dentro, nella piccola stanza da cui osservano ciò che accade, si riesce ancora a trovare la forza di ballare nei buchi neri. La messa in scena esplora il legame profondo tra la vita umana e la catastrofe. Cosa significa diventare grandi in un luogo dove l’aria è appestata dalla morte? Cos’è davvero una catastrofe? E come si può restare a galla in un mare di disinformazione?